Noi due assieme non abbiamo bisogno
di sogni, né di saghe, leggende, riti,
strumenti ad arco, non abbiamo
bisogno di smalti, stucchi, porcellane,
è nitido il motivo a spirale
dei nostri polpastrelli, il foro
uditivo sormontato da una conchiglia
di carne, che sfiorata con mani
o punta di lingua irradia
ovunque la febbre, il tremore,
il precipizio del sangue, è limpido,
abbagliante il senso dei nostri
organi, è chiaro l’uso del fiato,
della saliva, del dito, delle ombre
che passano nello sguardo, è sicura,
sedativa la profondità dei varchi,
delle gallerie, delle pieghe, è buona
la superficie, la punta, la tinta
dei risvolti, la stoffa e la fodera
delle carni. Su questo altare
la bibbia sono le nostre parole
roche, sfuggite per sbaglio, le nenie
dementi. Qui le divinità, tutte,
tacciono, si spengono attònite,
imparano da noi, spasmo per spasmo,
i nutrimenti terrestri.
© 2001, Andrea Inglese, Inventare, Editrice Zona
SC
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